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Mercati del lavoro dei paesi dell’UE: i principali problemi restano irrisolti nonostante i miliardi di Bruxelles

Mercati del lavoro dei paesi dell’UE: i principali problemi restano irrisolti nonostante i miliardi di Bruxelles
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Comunicato stampa

Lussemburgo, 26 marzo 2025

Mercati del lavoro dei paesi dell’UE: i principali problemi restano irrisolti nonostante i miliardi di Bruxelles

  • L’UE fornisce 650 miliardi di euro per rafforzare la ripresa e la resilienza degli Stati membri
  • Le riforme per la ripresa dei paesi dell’UE non attuano molte delle raccomandazioni di Bruxelles
  • Alcuni importanti problemi strutturali del mercato del lavoro rimangono irrisolti

Secondo una nuova relazione speciale della Corte dei conti europea, le riforme che gli Stati membri si erano impegnati a realizzare in cambio dei finanziamenti del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) (uno strumento istituito dopo la pandemia di COVID‑19 con una dotazione di ben 650 miliardi di euro) affrontano solo in parte i problemi del mercato del lavoro. Le riforme dell’RRF hanno conseguito alcuni risultati, ma non hanno attuato, o hanno attuato solo marginalmente, metà delle raccomandazioni formulate dal Consiglio. In alcuni paesi, non sono state affrontate sfide strutturali particolarmente importanti per i cittadini dell’UE, come ad esempio l’integrazione dei gruppi vulnerabili nel mercato del lavoro o lo spostamento della pressione fiscale dal lavoro ad altre fonti di entrate.

Con l’RRF, l’UE ha stabilito per la prima volta un collegamento tra i finanziamenti a favore degli Stati membri e le riforme economiche e sociali, comprese quelle nell’ambito del lavoro e dell’occupazione. Per ricevere i finanziamenti dell’UE, gli Stati membri dovevano impegnarsi ad attuare una serie di investimenti e riforme. Questi avrebbero dovuto contribuire ad affrontare “tutte, o un sottoinsieme significativo” delle sfide che il Consiglio aveva chiesto loro di superare tramite raccomandazioni specifiche per paese (RSP).

“Bruxelles utilizza i fondi dell’RRF per incentivare i paesi dell’UE ad attuare importanti riforme strutturali e a rendere le proprie economie più resilienti,” ha affermato Ivana Maletić, il Membro della Corte responsabile della relazione. “Tuttavia, nel settore delle politiche del mercato del lavoro, le riforme non hanno affrontato alcune sfide strutturali di particolare importanza per i cittadini dell’UE. Inoltre, fino ad oggi non vi sono elementi che comprovino il raggiungimento di risultati tangibili o un impatto sui mercati del lavoro degli Stati membri per circa la metà delle riforme.”

Nei piani nazionali per la ripresa e la resilienza gli Stati membri hanno incluso quasi 100 riforme del mercato del lavoro, di diversa portata e ambizioni. Molte di queste hanno il potenziale per affrontare sfide strutturali, come la riforma dell’assicurazione contro la disoccupazione in Francia. Tuttavia, altre hanno meno probabilità di apportare cambiamenti importanti, come la misura temporanea “Garanzia sociale 2021” in Germania. Le riforme hanno attuato in modo sostanziale solo il 40 % delle corrispondenti raccomandazioni specifiche per paese, hanno attuato marginalmente il 26 % e non hanno attuato il 34 %. Inoltre, nessuno degli Stati membri ha attuato completamente le raccomandazioni relative al mercato del lavoro tramite le riforme dell’RRF, quattro di essi non hanno incluso alcuna riforma per attuare tali raccomandazioni, mentre altri quattro le hanno attuate in modo sostanziale.

L’attuazione dell’RRF è in corso e molte riforme del mercato del lavoro devono ancora essere completate, il che significa che potrebbe essere ancora troppo presto perché emergano risultati significativi. Tuttavia, le riforme completate non sono state finora il fattore chiave che ha contribuito al miglioramento della valutazione dell’attuazione delle raccomandazioni da parte della Commissione europea.

Le riforme hanno generalmente prodotto le realizzazioni previste: in pratica ciò significa che sono state adottate nuove leggi. Tuttavia, per circa metà delle riforme, ad esempio nel settore dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, del sostegno alle persone in cerca di lavoro e del miglioramento dell’assistenza alla disoccupazione, i rispettivi Stati membri non sono stati in grado di documentare i risultati raggiunti. Inoltre, è difficile valutare l’impatto delle riforme sul campo, poiché spesso non esistono indicatori adeguati.

Le risultanze dell’audit indicano chiaramente la necessità di disporre di informazioni tempestive e di condurre un’ulteriore valutazione dell’efficacia delle riforme dell’RRF. La Corte invita l’esecutivo dell’UE a istituire un quadro per valutare i risultati delle riforme, assicurare che gli Stati membri affrontino adeguatamente le sfide principali e controllare che i traguardi e gli obiettivi comprendano tutte le parti essenziali delle riforme.

Informazioni sul contesto

L’RRF è uno strumento fondamentale per conseguire l’obiettivo dell’UE di mitigare le ripercussioni economiche della pandemia di COVID‑19 e promuovere una ripresa e resilienza economica sostenibile mediante l’attuazione di riforme e investimenti esaustivi da parte degli Stati membri. L’RRF è stato istituito nel 2021 come strumento di finanziamento temporaneo di crisi e avrà fine nel 2026.

Le politiche del lavoro e dell’occupazione sono di esclusiva competenza degli Stati membri dell’UE. Tuttavia, ogni anno durante il ciclo di coordinamento economico denominato semestre europeo, la Commissione presenta proposte di raccomandazioni specifiche per paese (RSP) per ciascuno Stato membro, che il Consiglio adotta successivamente chiedendo ai paesi di intraprendere misure specifiche per garantire la solidità delle loro politiche economiche. Le RSP affrontano inoltre sfide strutturali delle politiche dell’occupazione e possono essere affrontate anche da altri fondi nazionali o dell’UE.

Il presente audit è il primo a trattare l’efficacia delle riforme dell’RRF. Gli auditor della Corte hanno esaminato se le riforme del mercato del lavoro incluse nei piani nazionali abbiano contribuito in modo efficace ad affrontare le sfide del mercato del lavoro degli Stati membri, in particolare quelle individuate nelle RSP del 2019 e del 2020. Per quattro Stati membri (Belgio, Grecia, Spagna e Portogallo), hanno inoltre controllato se le riforme completate avessero ottenuto risultati e contribuito all’attuazione delle RSP.

La relazione speciale 10/2025, intitolata “Riforme del mercato del lavoro nei piani per la ripresa e la resilienza – Conseguiti alcuni risultati, ma non sufficienti a ovviare ai problemi strutturali”, è disponibile sul sito internet della Corte. Le precedenti relazioni della Corte pertinenti sono disponibili nella sezione dedicata all’RRF.

Contact:

Ufficio stampa della Corte dei conti europea: press@eca.europa.eu

Damijan Fišer – cell. (+352) 621 552 224

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